Dal momento in cui il cliente, definito “mutuatario”, richiede il prestito ad una società, un ente “mutuante”, si avvia la cosiddetta “procedura di erogazione del mutuo”, la procedura che appunto, porterà (qualora tutto vada a buon fine, qualora ci siano tutte le basi necessarie), al soggetto l’accensione del mutuo da parte dell’ente al quale si sta effettuando la richiesta.
Ovviamente, questo processo, cambia in base al tipo di mutuo che si sceglie, in base alla somma che si richiede in prestito, nonché in base alla banca a cui ci si affida.
Tuttavia, per linee generali, possiamo distinguere delle fasi, dei PUNTI che, aldilà delle piccole differenze, vengono sempre seguiti durante questo processo di erogazione del mutuo.
Il primo punto, che parte sin dal momento in cui il possibile mutuatario, apre la pratica per un possibile mutuo. Il “candidato” cliente, fornisce alla banca una serie di documentazione, tra cui molto importante il MOTIVO per cui si sta chiedendo questo prestito, cioè le finalità del denaro che la banca potrebbe dare al cliente attraverso il mutuo.
Andando più nel dettaglio, le banche o le finanziarie hanno l’obbligo di identificare il cliente, per questo richiedendo sempre un documento di identità e il codice fiscale.
Inoltre per avviare la pratica di finanziamento verranno richiesti i documenti che attestano il reddito e altri documenti che variano, a secondo della tipologia del prestito e dai criteri utilizzati da ciascun istituto per stabilire l’affidabilità creditizia del richiedente.
Nel caso del Prestito finalizzato, i documenti richiesti sono
Carta d’identità (o patente), certificato di domicilio, certificato di residenza e codice fiscale (in originale).
Stato di famiglia, che può essere sostituito da un’autocertificazione.
Busta paga(se dipendenti), il quadro RN del modello unico e cedolino partita IVA o visura camerale (se lavoratore autonomo).
Copia delle bollette regolarmente pagate.
Al momento dell’erogazione del mutuo (o meglio, al momento della richiesta inoltre), bisogna dare una GARANZIA all’ente di credito.
Bisogna cioè iscrivere un ipoteca sul bene che si vuole acquistare con la somma del mutuo, o porre un ipoteca su un bene già in possesso da parte del richiedente.
In quest’ultimo caso, sarà compito di un perito valutare il valore del bene che il richiedente vuole ipotecare, ovvero giudicare se il bene sia una garanzia sufficiente per il mutuo.
Questa valutazione, passa prima da un analisi dal punto di vista della documentazione CARTACEA del bene, poi ad un analisi “in prima persona”, per poi concludersi con il suo giudizio rispetto al bene da ipotecare.
Una volta conclusi tutti gli accertamenti, una volta esaminata tutta la documentazione etc, spetta alla banca decidere se concedere o meno il mutuo al richiedente.
Se la richiesta viene accettata, la banca stipula il contratto con il cliente, e soprattutto a questo va accompagnato il piano di ammortamento, nel quale si puntualizzano i dettagli del mutuo (la somma avuta in prestito dalla banca, e con che frequenza e con che intensità il cliente dovrà restituirla).
Una volta decisi anche questi ultimi dettagli, l’ente cede finalmente la somma al richiedente.
Ma, se la domanda di mutuo non viene accettata?
Magari perché il cliente ha già grossi debiti, o perché risulta che con altre banche non ha pagato delle rate entro le determinate scadenze…
Il rapporto tra cliente e banca, può considerarsi concluso..